domenica 23 settembre 2018

Papa Francesco in Lituania

La storica visita di Papa Francesco in Lituania come quella di Papa Giovanni Paolo II nel 1993, (ri)porta l'interesse di tutta la comunità religiosa e non solo, sul piccolo Stato Baltico, ancora un'incognita per molti.
I foto-racconti delle giornate lituane sono reperibili ovunque, ma il clima e lo scossone emotivo, quello purtoppo rimane solo negli occhi e nei cuori di coloro, giovani, bambini, anziani, credenti o semplici curiosi che hanno letteralmente occupato tutti gli spazi occupabili.
Gli scrittori, quelli seri, i giornalisti, quelli bravi hanno già postato il postabile, scritto e commentato ma a me non resta che tornare a scrivere di un forza generata da un Pontefice rivoluzionario che ha fatto proprio bene a tutti.
L'invito a recuperare la propria identità, al confronto generazionale, unico mezzo per solidificare le proprie radici e il guardarsi sempre dietro per non dimenticare il male dell'uomo e totalitarismi, è la base, è la strada da seguire.

La visita alle prigioni usate dal KGB, ai sotterranei di quello che che ora è diventato un Museo, quel Museo che fece iniziare anche la mia esperienza lituana, non fa che dare un chiaro segnale. Non politico, chiariamo. È l'umanità di un PAPA che nella sua Santità ci ricorda che la vita va avanti solo se ci ricordiamo chi siamo e da dove veniamo. Se abbiamo sofferto e se continueremo a farlo.

Se ci affidiamo nell'Amore, la Paura non ci tocca.

Grazie di tutto, del tuo esempio. È stato bello, ci vediamo ancora, se DIO vuole.



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